Le filiere di funghi e tartufi in Piemonte e Liguria. Uno studio per la loro valorizzazione
Presso le popolazioni rurali, la raccolta dei prodotti spontanei è da sempre una pratica utile a integrare il reddito, soprattutto nelle aree marginali. Un tempo si raccoglievano erbe officinali, miele selvatico, palchi di corna perduti da cervi e caprioli e, naturalmente, funghi e tartufi, sia per il consumo diretto, sia per la vendita. In particolare, funghi e tartufi sono ancor oggi in grado di esercitare una forte attrattiva, anche dal punto di vista economico. La ricerca qui presentata ha studiato la valorizzazione di funghi e tartufi e delle loro filiere in due territori produttivi al confine fra Piemonte e Liguria. Si tratta di filiere agroalimentari legate a prodotti di pregio, ma sulle quali, finora, le informazioni erano scarse e poco affidabili: una lacuna che questa ricerca ha voluto colmare attraverso indagini rivolte agli operatori del comparto. Il quadro emerso delinea un settore che, pur essendo marginale, è in grado di promuovere sul territorio numerose iniziative economiche, molto importanti per le piccole realtà locali. Le aree studiate, tra i mesi di giugno e di ottobre abbondano infatti di tartufi, ma soprattutto di funghi: i negozi li espongono, i ristoranti li cucinano e li offrono quotidianamente, i boschi attraggono cercatori, locali e non. Un gran numero di persone passa da queste valli e vi si trattiene, grazie appunto alla presenza di questi prodotti.
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