Barbie. La venere di plastica
Bella, bionda, amata, capace di ogni impresa. Iconica. Eternamente giovane, Barbie compie sessant'anni. Nata nel 1959 dalla fortunata intuizione di Ruth Handler, moglie del cofondatore del marchio Mattel, per donare alla figlia un gioco che le permettesse di immaginarsi adulta, la doll più famosa dell'universo ha travalicato il mondo del giocattolo per farsi fenomeno di costume. Nel 1986 Andy Warhol l'ha portata nel mondo dell'arte, consacrandola immediatamente come icona pop e al contempo di femminilità, alla pari con Marilyn Monroe. Bellissima e glam sin dal suo debutto, Barbie è via via molto mutata, per adattarsi alle richieste della società e farsi testimone del suo tempo. Se le prime bambole nascono in costume da bagno, mettendo subito in mostra la rivoluzione di quel corpo da pin up, le successive studiano il look e il guardaroba, guardando direttamente alle sfilate di moda, almeno fino a quando non saranno proprio gli stilisti a ispirarsi a Barbie, modella perfetta nel fisico e nel sorriso, senza capricci da "top". Tra storia e sociologia, moda e arte, un ritratto di Barbie come non è mai stato fatto, nel tentativo di scoprire l'"anima" di questa Venere di plastica, che ha sedotto il mondo e, al contempo, lo ha diviso.
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