Memories of a ruined summer
Programmare le tanto attese vacanze estive e alla fine essere costretti a passarle nella terra d'origine, un paesino sperduto dell'Albania. È quello che succede al protagonista e io narrante del libro: un lungo esilio in una terra che non sente più sua, lontana anni luce dalla civiltà come lui la intende, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. A Kruja, questo il nome della cittadina, il protagonista è costretto a sopportare ciò che più detesta: incessanti pettegolezzi sulla vita altrui e una religiosità quasi morbosa che invade tutti gli aspetti della vita quotidiana. È così che il suo essere vegetariano scatena incomprensioni con la nonna. Le giornate passate al mare a discutere con lo zio se i cambiamenti climatici siano conseguenze dell'effetto serra o compimento del volere divino, i rimproveri ricevuti dai gestori di un fast food per aver affermato che i terremoti siano causati dallo scontro tra placche terresti e non dalla caduta di un capello di Dio, la partecipazione ai matrimoni dei parenti di cui non ha il minimo ricordo e il pavoneggiarsi delle madri su quanto siano brave e belle le proprie figlie, scandiscono le vacanze del protagonista.
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