Luna calante. Storie di fughi, fichi e fuchi
Maria ama truccarsi. Ricoprire il suo viso delle sfumature necessarie a riempire il vuoto lasciato da un marito che preferisce l'aldilà e due figli che le vengono portati via, ma che aspetta ogni giorno. Maria è pura, dolce; se ha solo un tozzo di pane lo lascia a Lulù, cagnetta amorevole che la segue ovunque. Sogna una casa dignitosa, che il Comune le ha promesso. Vive di questo. Ascolta Settimio parlare di comunismo, non lo capisce ma si fida, del resto lui ha la tessera del Partito dal 1944. Settimio che ama Bibì, l'unico cane a cui manca la parola, la campagna e le partite a bocce; ma non ama don Andrea, prete del paese che non è certo esempio di rettitudine. Gli manca l'indice della mano sinistra e tutti pensano che sia un segno del demonio, per questo mormorano, spiano, ne discutono. E lo rispettano, anzi lo temono: don Andrea accumula vigne e lo fa senza scrupoli. Gliene manca solo una, quella di Cosimo, che però non cede. Neanche in cambio di una casa in paese? Ma l'unica papabile è quella destinata a Maria. Cosa escogitare?
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