Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio

Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio

«Lungo il corso della Livenza in direzione di Venezia, volgendosi verso oriente e verso mezzogiorno, il Cenedese gode della esposizione continua al sole ed alla brezza che le viene dal mare, ha in ogni parte poderi coltivati e vigneti [...] hanno ricevuto dalla natura il dono prezioso di produrre ottime uve e vini generosi»: così scriveva Andrea Bacci nel '500. Qui, alle pendici del Cansiglio, da tempi antichissimi si produceva un vino dalle uve selvatiche cresciute spontanee arrampicate sugli alberi e gradatamente domesticate. Nei secoli, nonostante guerre, invasioni, dominazioni, epidemie, quell'antico patrimonio genetico non è andato completamente perduto, si è anzi arricchito di nuovi genotipi dalle potenzialità latenti portati da altri popoli. Quando, finalmente, poco più di due secoli fa, i viticoltori hanno preso piena coscienza dell'importanza delle varietà, i diversi genotipi hanno acquisito un nome (Boschèra, Verdiso, Bianchetta...) e dato origine a prodotti particolari e prestigiosi come il Torchiato di Fregona.
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