Solipsismo e alterità. Wittgenstein e il mito dell'interiorità
La falsa filosofia che ci proponiamo di smascherare è già incorporata nella lingua che parliamo sotto forma di filosofia popolare sedimentatasi nel corso dei secoli. La lingua che parliamo è diventata così perché c'è la tendenza a pensare così. Ci sono però alcuni in rivolta contro questa tendenza, e sono i filosofi. Generalmente si accetta ogni espressione della lingua come vera e immodificabile. Al contrario il filosofo non può esimersi dalla fatica di cercare la parola liberatrice. Questo libro esamina il problema del solipsismo per giungere a demitizzare la cosiddetta "interiorità". Esso, attraverso la filosofia di Wittgenstein, evidenzia i limiti di una concezione del linguaggio esclusivamente denominativa lasciando emergere la priorità delle pratiche linguistiche, inevitabilmente intersingolari, nella formazione dell'interiorità. Sicché quest'ultima risulta nient'altro che una metafora della singolarità unica e irriducibile di ciascuno. Solo in quanto siamo già da sempre con altri possiamo decidere di restare soli con noi stessi.
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