Poeti latini vol.2
Anche i poeti di questo volume appartengono al I secolo a. C., che come già detto, è il secolo d'oro della letteratura latina. La conoscenza dei costumi e dell'arte della Grecia continua e addirittura si fa più intensa, ma è da dire che nella letteratura e nell'arte essa non dà luogo ad alcuna imitazione; i romani vengono a conoscenza di un tema, e, forse anche per l'orgoglio di essere i conquistatori, lo svolgono a modo loro. Così avviene per quasi tutti i generi letterari, dall'ode alla elegia, dall'epica alla favola, ed alla didascalica, è tutto un fervore per seguire le usanze greche. Ma il conoscere e diffondere le loro "scoperte" come le aveva definite Lucrezio, non era facile per la "povertà della lingua" che via via si perfezionò e che a partire dai poeti nuovi andò rapidamente adeguandosi al nuovo modo di sentire e di pensare. Con Orazio il processo si può dire concluso anche se il linguaggio è, per sua natura, in continua evoluzione. L'unico genere letterario originale e costruito su modelli propri è la satira; introdotta la prima volta da Ennio, il più grande letterato latino dei secoli precedenti, e ripresa con successo da Orazio e da Persio trovò in seguito autori che la adottarono prosa od in poesia sì che Quintiliano poteva a ragione dire: "satura tota nostra est".
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