Vorrei che mi ascoltassi
Questa è una storia che parla di adolescenza, la protagonista è una donna, il suo nome è Erica. Questa storia parla anche di solitudine, di abbandono, in un periodo della vita dove il compito fondamentale dell'adolescente è quello di crescere e di formarsi. Questa entrata nella maturità implica, necessariamente, per compiersi, un processo di separazione, ma prima, come ogni cosa che deve formarsi, ha bisogno di essere annaffiata, potata e curata con attenzione per avere la giusta forma e armonia. Spesso, a causa di infinite circostanze, non si riesce a dare all'adolescente un sano punto di riferimento e quindi si genera una dissonanza su ciò che dovrebbe essere l'adolescenza ma invece non lo è. Erica è un'adolescente che si trova ad affrontare, come milioni di suoi coetanei, delle tematiche sociali, culturali, economiche, relazionali, educative e lo fa senza una guida precisa, senza una mappa, senza un ideologia, insomma senza punti di riferimento ed è per questo che soffre. Ad accoglierla c'è un mondo perverso, avido, che gli offre libertinaggio a buon mercato e lei vi si inoltra seguendo solo il suo istinto, che spesso è violento, autolesionista, distruttivo e nemico. Però Erica comunica, non con la voce, ma con il suo comportamento che diventa la sua vera voce, l'unica che riesce ad esprimere.
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