Gioia o castigo di vivere

Gioia o castigo di vivere

Quasi di norma trattasi di endecasillabi misti a settenari o quinari con rima interna, oppure di versi sciolti o liberi, ma non mancano i sonetti e le terzine classiche: dalle poche righe essenziali alle composizioni di vasto respiro. Il soggetto della raccolta consta di riassunti, compendi, estratti, visioni, sensazioni, impressioni, desideri, gioie, delusioni, sofferenze anche di esperienza amorosa ed erotica: excursus, di tutta una vita, dall'infanzia alla maturità. La fanciullezza di stampo quasi pascoliano ha però già in sé il presagio della sofferenza. Ironia, agnosticismo, fede, follia, a veci alterne, divengono ombre passionali a ridosso del tedio, paradossalmente della solitudine, che l'amore non ha attenuato. Dalle ombre passionali, emozionali e, perché no, razionali si procede verso la luce (sempre tenue); per contro una gioia, una felicità, una soddisfazione adombrano frequentemente la sofferenza di esistere e il sentimento del castigo, della condanna di vivere.
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