L'Angelus

L'Angelus

Gustavo è uno che non dimentica, perché ha una memoria formidabile che nella sua vita di critico letterario gli ha permesso di raggiungere altissime cime, e in quella personale, abissi senza fondo. I ricordi lo tengono avvinghiato ad un'esistenza dolorosa da cui non riesce ad emergere. E tornato nel suo paese d'origine, nel seno caldo della Val d'Orcia toscana, e dall'appagante anonimato di un ospizio cerca di tirare le fila degli eventi alle sue spalle. Lo accompagna in questo viaggio la giovane volontaria Sofia, innamorata di un giornalista free-lance, con cui ha intessuto una relazione virtuale fatta di e-mail e telefonate, in cui ella non riesce a dipanarsi. Tra Gustavo, cinico e dolorante, e Sofia, disincantata e fieramente romantica, s'impenna un'amicizia improbabile che porterà, per entrambi, risvolti inaspettati e sorprendenti. Accanto a lei la reminiscenza torna ad indossare l'abito cucitole da Platone, secondo cui essa era il risveglio delle idee innate e conservate nella memoria, che attraverso un processo di ricostruzione operato dalla nostra sensibilità, prendono nuova vita. Il quadro di Millet, l'Angelus, che evocava in Gustavo un lontano ricordo, verrà tolto dalla sua cornice infantile e ridotto così a reminiscenza archeologica, secondo i suggerimenti di Salvador Dalì.
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