Il colore della lavanda
Nel 1962, in un paese a ridosso delle Alpi Marittime, due ragazzini, Guido e Angelino, trascorrono le loro giornate spensierate, unicamente impensieriti dalla presenza, per molti versi inquietante, della Bischera, una vecchia sempre vestita di nero, schiva, dagli occhi infuocati, che per i modi scontrosi, per l'aspetto e per il mistero che avvolge la sua vita passata sembra a tutti gli effetti ricalcare lo stereotipo della strega. In realtà, la Bischera è una donna con alle spalle una storia lunga e tormentata. Per scoprire la sua vita si percorre una seconda storia parallela, la saga della famiglia Chatrian di Maisonasse, iniziata in Valsavarenche fin dal 1825. Con balzi non solo temporali e in un'altalena di circostanze e avvenimenti cominciano quindi le vicende che poco a poco il lettore intuirà essere in qualche modo legate con le novelle ambientate nella Riviera del Ponente Ligure. Poiché il colpo di scena è solo finale, fin dalle prime pagine si chiede al lettore la disponibilità a entrare pian piano in un mondo sconosciuto e a farsi cullare dall'adagio delle storie popolari, e intraprendere un viaggio lirico dentro etnie con loro lingue e loro tradizioni che diventano Storia di un popolo e di tanti individui che fanno la Storia.
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