Circolare agli amici d'Italia
Per indurre le società operaie italiane a separarsi in modo netto dall'Internazionale e promuovere la loro federazione in accordo con i principi da lui propugnati, Mazzini pensò di indire un Congresso da tenere a Roma nei primi giorni di novembre del 1871. Dettata come risposta alla minaccia rappresentata dal Congresso mazziniano, la Circolare è certamente il miglior pamphlet del rivoluzionario russo. Bakunin sottopone a una critica radicale il pensiero e l'operato di Mazzini, individuando le cause degli insuccessi della azione politica repubblicana, per poi fornire una spregiudicata analisi sociologica dell'Italia e delle sue classi dirigenti, incapaci di vedere, al di là dell'unità politica, la reale divisione del paese in "cinque nazioni" che poco o nulla hanno in comune tra loro. Nella Circolare, scritta di getto nell'esilio di Locarno, l'anarchico Bakunin riesce a dare la migliore sintesi del suo pensiero, toccandone tutti i temi principali: il materialismo e l'ateismo, il federalismo e l'internazionalismo, ma soprattutto l'assoluto rispetto per la libertà, contro ogni tipo di costrizione. Come egli stesso scrive, nell'apparente banalità della conclusione, giustificandosi per l'eccessiva lunghezza della lettera: "Volevo esser breve, ma non ho saputo esserlo. Il soggetto stesso mi ha trascinato. In compenso però avete intiero il mio pensiero."
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