Giocarsi la vita per qualcosa di grande. Dodici storie di giovani
Siobhan, Pedro, Agnes, Romeo, Diego, Hara Kim, Martin, Andrea, Nanou, Hauer, Adalberto, Nahoko, Sengsoury: questi sono i protagonisti delle storie che state per leggere. I loro nomi già rimandano al mondo intero: sono ragazzi che in molti casi non hanno avuto in comune né gli anni in cui sono vissuti, né la terra dove sono nati. Hanno abitato luoghi lontani e tra loro distanti, vissuto in contesti specifici e mai uguali, ma un filo sottile unisce le loro vite: la profonda spiritualità che li accomuna, ossia l'incontro, a un certo punto della loro esistenza, con Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari, da questa fondato in Italia nel 1943. La Lubich, trentina di nascita, è una giovane all'incirca della loro età quando, in piena guerra, si nasconde con alcune amiche nei rifugi antiaerei, per sfuggire agli incessanti bombardamenti. La morte è un pericolo ogni giorno più reale e, di fronte alle incertezze della vita, Chiara cerca un ideale che non crolli, lo trova in Dio. Sotto i bombardamenti legge a voce alta il Vangelo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 12-13)". Queste parole di Gesù risuonano tutt'a un tratto comprensibili e reali.
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