Notturni à la carte. Penelope misunderstandings
Ci sono libri che diventano oggetti speciali, preziosi come compagni di viaggio che sanno capirti senza tante parole. Così è "Notturni à la carte. Penelope misunderstandings", denso di rimandi essenziali, pregni di significato, tra brevi racconti e intermittenze poetiche che si intrecciano come nodi di quella tela che più volte viene ripresa, fantasticata, smontata e dipinta con profumi e sapori, tra le parole e gli spazi, tra le pause e le immagini, che vengono offerte come spuntini squisiti o cene frugali piene di desiderio e di senso, nel tepore di case lasciate aperte a una attesa d'amore, case e cortili vissuti in solitudine sospesa. Qui la scrittura non si dipana come palco scenico grandioso ma come necessità urgente per lasciare un segno, una traccia che diventa nutrimento dell' anima e del corpo. La donna si individua nella scrittura e, seguendo una voce antica e primordiale, si racconta e rimanda al mito, al desiderio, all'eros e ai suoi fantasmi, con lenti e languidi sussurri, come una sibilla moderna che si schernisce con ironia da ogni ruolo profetico.