Una volta ho visto un gatto. (Una storia quasi vera)
Perché un gatto ben nutrito e coccolato dovrebbe saltare dal balcone di casa per camminare nel mondo di sotto? Perché resistere alla tentazione di farsi trovare dai suoi umani che lo stanno cercando e cedere, invece, al richiamo di una voce più lontana e indefinita? Una sera d'estate Artù, il gatto domestico, fa il salto. Poi si volge all'indietro e guarda in alto, ma non torna sui suoi passi. Nonostante le prime paure, continua a camminare. Va dove lo portano i polpastrelli delle zampe, alla scoperta del senso del suo nome: - Allegramente passeggerai nel bosco, - Regale avrai il passo nonostante la caduta, - Testardamente domanderai e ti saran date risposte, - Ultimo ricordo mancante. Artù vigila per capire chi meriti fiducia, incontra mentori e detrattori. Sfida l'arsura e una martora, dorme su un ramo o in un cappello; fino a spingersi a stanare l'ignoto su consiglio di un topo. Infine potrà fare la sua scelta: restare il gatto della Valle venuto dal Paese, oppure tornare a essere il gatto degli umani che per otto settimane ha fatto cose che lui solo sa.
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