Conoscere la Réti
Nell'apertura che prende il nome dal genio ipermoderno di Richard Réti, il Bianco ritarda la "spinta migliore", attendendo il momento opportuno per giocare d2-d4 (o, perché no, e2-e4). Grazie a questa tattica dilatoria, ad esempio, Réti sconfisse due giganti come José Raul Capablanca e Efim Bogoljubov al fortissimo torneo di New York 1924. Il vantaggio principale nell'adottare il sistema di Réti è quello di ridurre al minimo il potenziale dinamico del Nero, che per larghi tratti della partita è costretto a brancolare nel buio rispetto alle vere intenzioni del suo avversario. Il Bianco infatti manovra con i pezzi e delega all'alfiere campochiaro fianchettato sull'ala di re il compito di controllare il centro; solo quando riterrà che tutto sia in ordine effettuerà la spinta centrale che darà forma definitiva al suo gioco. Nel sistema Réti, dunque, si privilegia la comprensione della posizione alla sequenza di mosse, e la strategia alla tattica. Per questo motivo McDonald si dilunga a spiegare tutti i possibili impianti del Nero e a individuare la giusta reazione del Bianco, anziché obbligare il lettore a difficili esercizi di memoria. Infine, un intero capitolo è dedicato ai casi in cui il Nero tenta di svicolare dalla morsa di Réti e omette a sua volta la spinta in d5. In questo caso l'autore ci fornisce diverse idee su come affrontare i temi "inglesi" che si avranno sulla scacchiera e dare più di un fastidio al nostro avversario.
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