Leonardo e Machiavelli. Vite incrociate
Urbino, giugno 1502: il trentatreenne Niccolò Machiavelli è stato inviato dalla Cancelleria fiorentina presso il giovane Cesare Borgia, celebre ormai per la forza, l'insolenza, l'audacia con cui si avvia a diventare il signore dell'Italia centrale, e che potrebbero fare di lui il "principe dei tempi nuovi". Ma una terza persona si aggira nei meandri di Palazzo Ducale: Leonardo da Vinci, cinquantadue anni e una fama sconfinata, alla ricerca di un nuovo mecenate. Forse non sapremo mai di che cosa parlarono i due "geni" fiorentini, ma sappiamo che non era la prima volta che si incontravano, e che non sarebbe stata l'ultima. E da qui che parte la sfida raccolta da Patrick Boucheron: come raccontare, da storico, una vicenda attestata solo da frammenti sparsi e sconnessi? Come dare coerenza al racconto senza nascondere le contraddizioni e i vuoti lasciati dal passato? Quali sono i confini tra una ricostruzione fondata sulle prove e l'interpretazione che può darne lo storico? Una manciata di documenti, esili tracce, echi disseminati qua e là, che pure si possono far dialogare, porre a confronto, illuminando le zone d'ombra, dando voce ad una muta conversazione, mettendo insieme l'intima connivenza tra due mondi, tra due sogni, tra due ambizioni. Di quei tempi instabili e inquieti, scorrono così sotto i nostri occhi immagini di guerre e congiure, gli intrighi della politica e i giochi della diplomazia, sotto la lente acuta e febbrile della scrittura di Machiavelli...
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