Poesie
"L’opera poetica di Simone Weil accompagna, con la sua esigua e discreta presenza, l’evolversi del suo pensiero. Per quanto costituisca una componente apparentemente poco rilevante, marginale rispetto alla produzione complessiva della Weil, essa fa in realtà da contrappunto alla sua meditazione, quasi ne rappresenta un’eco indispensabile. Una identica energia debole e trasparente, un’analoga esigenza etica sostiene la «forza di movimento» che Valéry riconobbe ad esempio nel poemetto Prometeo, e la tesa vertigine di un pensiero formatosi sotto la disciplina severa del «détachement», del vuoto che dovrà praticare dentro di sé chi intenda testimoniare la verità. […] La radicalità di un pensiero abitato dall’orizzonte cupo della gravità colpevole e dalla prossimità della grazia conferisce anche alle poesie lo scatto di una parola testimoniale, pronunciata nel cuore di un amore che non prende e si nutre della rinuncia. Le poesie di Simone Weil, nell’apparente fragilità di un linguaggio la cui forza comunicativa risiede nell’attenzione piuttosto che nel progetto, in quella esigenza di verità che Joë Bousquet definì «poesia della fede», vanno lette come parte integrante di una irripetibile esperienza di santità, di appartenenza a ciò che muore, di felice adesione all’abbandono e al vuoto." (Dallo scritto di Roberto Carifi)