Ravel

Ravel

"Ravel è profondo proprio perché è superficiale: ed è il prototipo della profondità limpida, quella di Vermeer e di Terborch, che s'identifica completamente con la precisione, ed è il contrario della profondità dialettica. Profondo è il lago in cui s'immerge la meravigliosa Ondine, dice Roland-Manuel. Queste sono le apparenze che, oltre a mettere a nudo la falsa profondità, rivelano anche la profondità cristallina dell'ingenuità. [...] Ravel, l'artista più scaltro che mai sia esistito, fu anche la creatura più puerile che si possa immaginare, puerile come il principe Myskin di Dostoevskij; enigmatico, silenzioso e discreto come l'Incomprensibile di Musorgskij; anima credula "piccolina, magrolina", sembra sentirsi a suo agio soltanto in compagnia dei maggiolini, dei gatti e dei bambini. Anche Ravel è un piccolo usignolo, una "solovuska", come la vergine Fevronija. In mezzo a tutte le monellerie più o meno sospette del dopoguerra, in mezzo a tutte le forme concertate e preordinate dell'infantilismo moderno, Maurice Ravel rappresenta l'innocenza. La sua morte ha segnato la fine della nostra innocenza".
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