Lo spleen di Parigi
«A Arsène Houssaye Mio caro amico, vi invio un piccolo lavoro del quale sarebbe ingiusto dire che non ha né capo né coda, poiché, al contrario, in esso tutto è, alternativamente e reciprocamente, a un tempo capo e coda. Considerate, vi prego, quali mirabili vantaggi questa combinazione offra a noi tutti, a voi, a me e al lettore. Possiamo interrompere dove vogliamo, io le mie fantasie, voi il manoscritto, il lettore la sua lettura; non tengo infatti la volontà restia del lettore sospesa al filo interminabile di un intreccio superfluo. Togliete una vertebra, e i due pezzi di questa tortuosa fantasia si ricongiungeranno senza sforzo. Spezzettatela in mille frammenti, e vedrete che ciascuno potrà vivere separatamente. Con la speranza che qualcuno di questi tronconi saprà essere abbastanza vivace da piacervi e divertirvi, oso dedicarvi l’intero serpente».