Apocalisse di Giovanni. Testo latino a fronte
“L’’Apocalisse’ è l’opera di un Sene: dopo grandi vecchi quali i Profeti e Lao-Tze e Pitagora, il più bianco tra tutti Giovanni, il Vangelista del Logos, che relegato in una menoma isola dell’Egeo di Pan, sotto le stesse stelle che Saffo aveva vedute tramontare, nel giorno del Signore ha e scrive il rapimento dell’angoscia e della speranza: intorno a roghi asiatici leva un colore di mattino da restare eterno sulle mura della Città dalle porte spalancate ov’egli non vide alcun tempio «perché il Signore Iddio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio». In essa un fiume d’acqua viva scaturisce dal trono di Dio. «E chi ha sete, venga; e chi vuole prenda dell’acqua della vita gratuitamente».” (Dalla postfazione di Massimo Bontempelli)