Il giardino profumato
Uno dei tratti distintivi dell'Islam rispetto alle altre religioni è la massima attenzione con la quale considera e regolamenta tutti gli aspetti della vita pubblica e privata, nessuno escluso. Nella cultura islamica, in particolare, neppure il sesso viene guardato con riprovazione o imbarazzo; esso, al contrario, fa parte a pieno titolo della vita del credente, ed anzi il suo corretto e sano esercizio è uno degli elementi caratterizzanti quell'imitatio Prophetae cui tendono i musulmani più osservanti. «Due cose amo del vostro mondo: i profumi e le donne » e «Il coito è contemplato nella Legge; dunque, chi segue questa pratica quello» si trova affermato tra i Detti del Profeta. Ma tale pratica, beninteso, va al pari delle altre minutamente e severamente regolamentata, al fine d'essere, al contempo, conforme allo scopo e gradita a Dio. È dunque per questo che nei secoli successivi all'Egira vengono compilate e diffuse, nel mondo islamizzato, opere di precettistica sessuale in gran copia. Il loro fine è di insegnare ai credenti come integrare armonicamente il sesso con gli altri aspetti dell'esistenza e soprattutto con la fede. (...) A questo filone appartiene "Il giardino profumato", e però se ne differenzia, sia per letterarietà, sia per l'eccezionale competenza e autorevolezza nel trattare i più disparati argomenti del suo autore, lo «shaikh» An-Nafzawi. (Dallo scritto di Younis Tawfik e Roberto Rossi Testa)
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