Fino all'ultimo di noi. I lavoratori portuali denunciano la repressione padronale e raccontano la lotta senza quartiere al fascismo, al razzismo e al traffico di armi nel porto di Genova
Erede della tradizione internazionalista della classe operaia genovese, il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali - CALP - difende senza sosta i valori che affratellano tutti gli oppressi del mondo: l'antifascismo e l'antirazzismo insieme alla giusta dignità che, tutti i giorni, padroni senza scrupoli e politici prezzolati provano a togliere a chi vive del proprio lavoro in ogni parte del mondo. In modo particolare, il CALP è balzato agli onori delle cronache quando ha iniziato a denunciare sistematicamente i traffici di armi all'interno al porto di Genova, ostacolando l'approdo di navi cariche di ordigni, merce destinata ad arrecare morte e distruzione alla popolazione civile di zone come lo Yemen e la Palestina. Malgrado l'Italia sostenga di essere un paese che «ripudia la guerra» e abbia leggi che dovrebbero vietare determinati commerci, a finire sotto accusa è stato proprio il CALP, i cui membri sono stati frettolosamente accusati di associazione a delinquere dagli inquirenti. Con Fino all'ultimo di noi, il CALP dà corpo a una narrazione collettiva in grado non solo di restituire al mittente una simile accusa, ma di raccontare cosa davvero è successo e succede nel porto e nella città di Genova grazie a una classe operaia sempre in grado di dimostrarsi fiera, combattiva e solidale. Merce rara e quanto mai preziosa in un mondo che si pretende completamente addomesticato alle logiche mortifere del grande capitale.