Chi insegna chi apprende. Profili verso domani
La competenza desiderata per gli insegnanti, nel modello teorico oggi proposto per la loro formazione, deriva da un’operazione di sommatoria di elementi, che continuano ad aggiungersi senza mai arrivare ad un’unità che ab-bia un senso. Si apre una rincorsa nella quale ci si affanna a inserire ora questo ora quello, ottenendo una somma-toria incoerente, nella quale si affastellano conoscenze il cui fattore comune è l’assenza di ricerca (in pratica, il carattere non universitario della proposta di studio, sempre che si abbia ancora dell’università un’immagine che componga ricerca e insegnamento). L’idea che ci si fa degli insegnanti, ridotti a risorse umane – secondo l’orrida definizione ora di moda nell’organizzazione delle aziende –, non è strutturalmente diversa da quella che Charlie Chaplin ci ha offerto dell’operaio alla catena di montaggio in Tempi moderni. Siamo di fronte alla riduzione di un’attività che si distingueva per il livello elevato di autonomia e di capacità progettuale a un’attività frazionata, costretta a riproporre (si può immaginare con quanta convinzione) sempre le stesse operazioni dentro un sistema caratterizzato dalla presenza di vincoli.
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