Crimine detenzione educazione. Studio sui detenuti della casa di reclusione di Spoleto
L'esigenza dell'educazione dei detenuti nasce nelle società moderne assieme all'idea stessa del carcere. Già Cesare Beccaria identificava proprio nella rieducazione del reo il fine ultimo della sanzione penale, scrivendo che "finalmente il più sicuro ma difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l'educazione" (Beccaria, 1764). Oggi l'idea dell'irrinunciabilità dell'educazione in carcere si è radicata sia nelle riflessioni teoriche sia nei propositi della politica educativa di tutti i Paesi occidentali. Nonostante questa presa di coscienza da parte delle istituzioni, però, ancora oggi vivono molte incertezze: non solo su quale debba essere l'educazione da garantire ai detenuti, ma anche sul perché debbano essere previsti percorsi educativi per questa popolazione. Il presente studio si propone, attraverso l'approfondimento della letteratura di settore e la presentazione di una ricerca condotta in un carcere italiano, di offrire un contributo di risposta a questi interrogativi e, attraverso l'analisi dei profili educativi dei detenuti, di avviare una riflessione sul rapporto tra carcere e educazione.
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