I sognatori del ghetto
I sognatori del ghetto: L'opera di Israel Zangwill ha svolto un ruolo fondamentale per la conoscenza del mondo ebraico. Prima di lui, l'ebreo era solitamente rappresentato nella letteratura come un individuo gretto e furbo, dedito a loschi traffici di denaro e di merci, sulla falsariga dello Shylock del Mercante di Venezia. Nei libri di Zangwill, nato e cresciuto nel ghetto di Londra, i suoi correligionari appaiono invece per quello che sono, «uomini come tutti gli altri, a volte miseri e a volte sublimi, che solo a differenza degli altri uomini formano una nazionalità senza nazione, sottoposti alle condizioni più tragiche che la Storia registri, esposti non solo allo sprezzo e ai dileggi, ma alle persecuzioni e ai massacri». I protagonisti de I sognatori del ghetto dedicano sé stessi alla ricerca di una formula spirituale che li consoli della morte e appaghi la loro curiosità del Mistero, sono dei sognatori che perseguono un sogno che non si è avverato e che i più pensano che non si avvererà mai. Pur nella loro autonomia e nonostante l'azione si svolga in epoche e in luoghi diversi - da Amsterdam a Roma, da Venezia a Londra e Berlino -, le storie che compongono questa raccolta costituiscono una narrazione unitaria e armonica. Gian Dàuli, che le ha tradotte, annota: «Un unico filo corre per i quindici racconti, li tiene uniti attraverso lo spazio e il tempo, mostra quanto poco possono gli eventi e i secoli mutare l'anima dell'uomo, e come i vivi non siano che la continuità dei morti, da formare quasi un'unica anima immortale».