Le educande

Le educande

Protagonista e voce narrante di "Le educande" è una ragazzina della buona borghesia napoletana che a undici anni lascia la famiglia per entrare in un rinomato collegio di suore nei dintorni di Firenze. Vissuta fino ad allora in un ambiente in cui non aveva ricevuto alcuna formazione religiosa - e dove anzi l'amatissimo nonno le raccomandava di usare sempre la ragione -, si ritrova immersa in un mondo rigorosamente strutturato in una doppia gerarchia che vede le madri e le converse da un lato, e i tre gruppi nei quali vengono inserite le ospiti dall'altro (piccole, mediane e grandi). Al centro di tutto domina, fascinosa e ambigua, la figura del Padre. La giovane si sente presto intrappolata nella rigida monotonia di un luogo in cui tutto è concepito per isolare le ragazze dal mondo esterno, e dal quale non usciranno (neppure per le vacanze) se non dopo qualche anno, ormai pronte a diventare madri. Il desiderio di inserirsi e di essere accettata dalle compagne, soprattutto dalle «grandi», conduce la protagonista a fare sue certe dinamiche dell'istituto. Tenendo a bada gli spontanei sussulti di chi come lei è cresciuto libero di pensare, riuscirà a entrare nella cerchia magica del gruppo più ammirato, quello che forma una specie di «ghirlanda» attorno al Padre. Ma poi quel culto tributato all'unico uomo dell'istituto e la natura dei rapporti che egli intrattiene con le giovani allieve scateneranno in lei una forma di ribellione, tragica, sofferta e definitiva.
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