Una ragionevole strage. La sconvolgente inchiesta su un medico della morte rimasto impunito
Un giorno di luglio del 1981 Mireille Horsinga-Renno fa visita a un lontano parente tedesco di cui ha da poco appreso l'esistenza, che trascorre una felice vecchiaia nella verdeggiante Renania. La donna incontra un uomo ancora affascinante, un raffinato melomane dai modi sicuri ed eleganti. E l'inizio di un rapporto affettuoso che dura fino a quando, qualche anno più tardi, nel corso di una normale conversazione, lui afferma che le camere a gas non sono mai esistite. La donna tenta di contraddirlo, ma l'uomo ribadisce le sue tesi negazioniste. I due diradano bruscamente i rapporti. Un giorno, il caso porta Mireille a leggere un'opera sul nazismo di due storici tedeschi in cui è citato fuggevolmente un certo "Dr. Renno", medico responsabile, presso il castello austriaco di Hartheim, del programma nazista di sterminio delle persone portatrici di handicap, a causa del quale morirono 18.269 "malati incurabili", la cui vita era ritenuta "inutile e improduttiva". (Attrezzato con camera a gas e forno crematorio, il castello della morte diventerà successivamente il distaccamento del campo di Mauthausen). Per Mireille Horsinga-Renno questo è il punto di partenza di un lungo viaggio nei sinistri meandri di un passato sconosciuto, nel quale la memoria familiare si sovrappone alla grande storia.