Il faraone
Stratega, guerriero, visionario: Thutmose, il primo sovrano a essere chiamato Faraone. «Christian Jacq ci accompagna in un viaggio appassionante mischiando come sempre avventura e rigore scientifico.» - Corriere della Sera Reggendo la corona rossa del Basso Egitto e quella bianca dell'Alto Egitto, Puyemre, servitore di Amon, mi guidò fino al santuario dove avrei ricevuto l'energia divina. Due ritualisti mi avvolsero in un fascio luminoso per ravvivare i riti celbrati durante la mia prima giovinezza. «Tu sei il toro vittorioso, dalla regalità duratura, figlio di Thot» dichiarò Puyemre. «Che tu sia oggi anche maestro della forza e della grande potenza. Che tu sia Faraone.» Diventato sovrano d’Egitto poco più che adolescente, Thutmose III dimostra subito un ossessivo interesse per gli antichi rituali e i testi religiosi, unito a una pacata indifferenza nei confronti del suo ruolo. L’Egitto intero freme: un sovrano debole, incapace di guidare l’esercito, può significare la rovina; e infatti l’ombra dei nemici si allunga, minacciosa, sul Paese. Ma Thutmose ha ingannato tutti: il suo unico scopo è migliorare le sorti del suo popolo, e solo grazie al suo studio instancabile è diventato uno stratega e un «lettore di uomini» senza rivali. Ben diciassette saranno le campagne militari in cui s’impegnerà per mantenere la pace e il regno, e innumerevoli le sue imprese a gloria dell’Egitto, tra cui la costruzione dei grandiosi templi di Karnak. Ma nonostante le vittorie, Thutmose non sarà un vero «faraone» – termine che designa sempre una coppia, dato che è l’incarnazione di Iside e Osiride – finché non sposerà Satiah, una donna in apparenza fragile, ma con l’animo di un’autentica guerriera…
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