La cima inviolata. Dalle fabbriche di Manchester alla conquista del Kangchenjunga
Un gigante inglese fra Alpi e Himalaya, Joe Brown ha salito per primo il Kangchenjunga, il terzo ottomila per altezza, e l'impossibile Torre Mustagh in Karakorum.«Il più importante alpinista inglese all-round della generazione di Bonatti.» – The Guardian«L'alpinista geniale che ha aperto la strada a nuove possibilità dell'arrampicata su roccia.» – Times Literary SupplementNato nel 1930 in un quartiere periferico della Manchester industriale e operaia, ultimo di sette figli, orfano di padre all'età di un anno, Joe Brown ha cominciato la sua attività alpinistica in Inghilterra e poi in Scozia, per approdare negli anni Sessanta nelle Alpi occidentali, dove ha aperto alcune fra le vie più pericolose e spettacolari del massiccio del Bianco, insieme a compagni di cordata del calibro di Chris Bonington e Doug Belshaw. Tra i fondatori del Rock and Ice Climbing Club, ha costituito insieme a Don Whillans una delle cordate più celebri nella storia dell'alpinismo moderno. Con George Band nel 1955 è arrivato per primo in vetta al Kangchenjunga (8.586 m), la terza montagna più alta del mondo. Altra impresa eccezionale è stata la prima alla parete ovest della Torre Mustagh, seguita da numerose altre prime sulle pareti più difficili del mondo. La cima inviolata ripercorre la vita di uno scalatore geniale, che ha alzato il livello tecnico dell'arrampicata su roccia alpina e himalayana.