È buio sul ghiacciaio

È buio sul ghiacciaio

Il libro È buio sul ghiacciaio, pubblicato nel 1954, in cui Hermann Buhl racconta gli inizi della sua attività di scalatore, i primi successi e il trionfo al Nanga Parbat, diventa un caposaldo della letteratura di montagna. «Certamente oggi Buhl è un mito: leggendarie furono le sue imprese, sovrumana la conquista del Nanga Parbat, epica la sua scomparsa nei ghiacci del Karakorum.» - Alessandro Gogna Hermann Buhl salì la sua prima montagna all'età di dieci anni. Dopo brillanti successi nelle Alpi, nel 1953 partecipò alla spedizione tedesca al Nanga Parbat. Sin dal primo giorno annotò gli eventi nel suo diario. Il 3 luglio 1953, dopo diciassette ore di salita, Buhl raggiunse da solo la cima a 8126 metri, conquistando così la «montagna fatale dei tedeschi». Il suo libro "È buio sul ghiacciaio", pubblicato nel 1954, in cui racconta gli inizi della sua attività di scalatore, i primi successi e il trionfo al Nanga Parbat, diventa un caposaldo della letteratura di montagna. Ma solo oltre mezzo secolo dopo, in questo libro vengono pubblicate integralmente, grazie all'autorizzazione della vedova di Buhl, Eugenie, le annotazioni dei diari del Nanga Parbat, del Broad Peak e del Chogolisa con il commento di Kurt Diemberger: fu Diemberger, infatti, l'ultimo compagno di cordata di Buhl. Dopo il successo al Broad Peak, il secondo ottomila di Buhl, nel giugno 1957, i due alpinisti partirono insieme per salire il Chogolisa. Lassù, il 27 giugno 1957, Buhl incontrò la morte.
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