Da sola. La mia passione per gli ottomila
Gerlinde Kaltenbrunner è una delle alpiniste d'alta quota di maggior successo. Nel 2011 è arrivata in vetta al K2, il suo quattordicesimo ottomila (nona donna al mondo), dopo aver conquistato, nel 2008, il Dhaulagiri, sul quale aveva rischiato la morte un anno prima. Nel 2009 ha raggiunto con il marito Ralf Dujmovits la vetta del Lhotse che l'aveva in precedenza costretta due volte alla ritirata, il 23 maggio 2010 è arrivata in vetta all'Everest dal versante Nord. Infermiera diplomata, ha ripetutamente dimostrato di saper valutare bene i rischi, per esempio nel 2005 sullo spigolo settentrionale dell'Everest, dove Gerlinde Kaltenbrunner salvò la vita a un compagno, non esitando a interrompere la spedizione in un momento in cui aveva la vetta già davanti agli occhi. La Kaltenbrunner sale gli ottomila senza ossigeno e senza portatori d'alta quota. Per l'alpinista austriaca i record e le vittorie sono solo un aspetto secondario della sua attività, tant'è, per esempio, che ha raggiunto la vetta del Broad Peak in compagnia della sua principale concorrente, la spagnola Edurne Pasaban. Le cose che più contano per lei sono la bellezza delle montagne, i momenti magici nei campi in alta quota e l'incomparabile felicità di arrivare in vetta, poco importa se nell'Himalaya o sui monti di casa.
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