Wild. Tra i ghiacci del Polo Sud al fianco del capitano Shackleton
La celeberrima spedizione dell'Endurance di Shackleton raccontata da un punto di vista inedito. «Messner ha scritto un libro su una celebre impresa con una verve nuova e quasi polemica. La sua capacità di immedesimarsi nei protagonisti rende Wild un libro assolutamente originale» - ARD «Solo Reinhold Messner, che nel 1990 realizzò in Antartide l'impresa mancata da Schackleton, poteva riscrivere quella storia, mettendo Wild al centro» - Sette «Avvincente come un romanzo» - Der Spiegel Nel gennaio 1914 il capitano Frank Wild si imbarcò come secondo sulla nave Endurance, insieme al comandante Ernest Shackleton e ventisei uomini di equipaggio per un «viaggio alla fine della Terra», ovvero per attraversare l'Oceano Artico. Ma, come è noto, l'Endurance restò stritolata dai ghiacci fino a inabissarsi, e l'equipaggio si inoltrò a piedi verso nord nel pack per tre lunghi mesi, fino ad approdare su un'isola sconosciuta dove nessuno mai li avrebbe potuti trovare. Shackleton con una scialuppa e alcuni uomini andò a cercare aiuto, lasciando ventidue marinai sotto il comando di Wild, in un inverno artico buio e gelido: praticamente la peggiore prigione sulla faccia della Terra. E se l'impresa di Shackleton - che con un cronometro e un sestante navigò per 1600 chilometri fino a trovare un villaggio e a organizzare una spedizione di soccorso - è giustamente ritenuta eroica, altrettanto lo è stata quella di Wild, che seppe organizzare la sopravvivenza e mantenere l'ordine in una situazione assolutamente disperata.