Sull'ampio dorso del mare. Quando i Fenici viaggiavano con gli dèi
Il viaggio ha un ruolo fondamentale nel rapporto tra divinità e fedeli per un popolo, come quello fenicio, che al mare e alla navigazione è particolarmente legato. Diventa infatti modo e mezzo di incontro con il divino, con uno spostamento che è dovuto alla corporeità del dio e al suo legame con il territorio, rivelando la centralità del santuario, meta del viaggio e luogo fisico di incontro, e il ruolo della classe sacerdotale che tale incontro gestisce da un punto di vista rituale. Questo è il racconto dei viaggi delle divinità e degli uomini nel Mediterraneo fenicio del I millennio a.C.. Il saggio è il risultato di uno studio interdisciplinare volto a comprendere i meccanismi di trasmissione dei culti, la loro trasformazione in base a elementi e fenomeni di sostrato e adstrato, le caratteristiche del dialogo con il divino all'interno della comunità di appartenenza e in un paese straniero, distinguendo la presenza di fedeli in seno a comunità residenti dalla presenza dovuta ad un viaggio e quindi ad un possibile pellegrinaggio. Si tratta di un'analisi svolta parallelamente su materiale epigrafico e su documentazione archeologica, con lo sguardo rivolto all'Oriente e all'Occidente, utilizzando le testimonianze indirette delle fonti letterarie ed epigrafiche greche e latine e il confronto con materiali provenienti dal Vicino Oriente e dalla Grecia.
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