Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter. Catalogo della mostra (Milano, 21 febbraio-8 settembre 2013)
Parigi, primi del Novecento. Il quartiere di Montparnasse è "per i pittori e poeti ciò che Montmartre era stato per loro quindici anni prima: il manicomio della semplicità libera e bella", come scrisse la penna irrequieta di Guillaume Apollinaire. E un magma ribollente di creatività avant-garde, animato da personalità indimenticabili quali Picasso, Joyce, Chagall, Tristan Tzara, e poi gli americani arrivati a frotte dopo l'armistizio, Gertrude Stein, Hemingway, Fitzgerald. E poi, da Livorno, Amedeo Modigliani, attirato giovanissimo dal richiamo travolgente di Montparnasse e subito smarritosi tra i laboratori miserabili e le luride soffitte di artisti squattrinati. Tra ubriachezze dissolute e il tumulto interiore, tra malattie e furente genio creativo, la sua carriera durerà un solo decennio, interrotta da una morte prematura che ne alimenterà il mito bohémien - il suo e quello, sensuale e irresistibile, del quartiere parigino. Il catalogo e la mostra offrono dunque una ricostruzione ricchissima dell'affascinante romanzo d'amore tra un angolo di Parigi e i suoi tormentati frequentatori: Modigliani sopra a tutti, e Chaim Soutine, e Moise Kisling, e Maurice Utrillo. Attingendo alla collezione personale di Jonas Netter, misconosciuto mecenate di artisti maledetti, il volume racconta le pennellate dense e nette con cui fu dipinta una realtà lucidamente tragica, e quegli anni di dorata violenza che hanno reso altissima la storia dell'arte contemporanea.