La quasi logica. Pratiche del consenso e del dissenso

La quasi logica. Pratiche del consenso e del dissenso

Sulla scia della neoretorica di Perelman, della logica di Toulmin, delle moderne teorie dell'argomentazione (ma anche degli usi linguistici di Wittgenstein e degli atti performativi di Austin), il libro mette in luce un modo prezioso di operare della ragione umana nel campo della vita pratica: un modo esemplato più che esemplare, ectopico più che archetipico, come ebbe a dire Ernst Cassirer. Questa ragione culturalmente situata e incarnata nell'ethos del tempo, viene qui illustrata non solo nel suo percorso storico, ma anche nei presupposti teorici e nei dispositivi applicativi. Se ne evidenziano le origini antichissime, l'oscuramento subìto nell'età moderna per il prevalere del metodo scientifico, la rinascita novecentesca e se ne mostrano le procedure, le tecniche, le finalità speculative, formative e politiche. Il tutto con una ricchezza di problemi, di controversie e di dilemmi nei quali tutti noi potremmo essere coinvolti come individui e, soprattutto, come cittadini che prendono parte al discorso pubblico.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

di Silvana Martino

correndo le pagine di questo brillante lavoro, sembra di leggere Maurice Merleau-Ponty quando scriveva in Senso e non senso che “la filosofia è l’insieme delle domande, il vivere stesso e il parlare sono le fonti di queste domande che si rinnovano indefinitamente a contatto con la nostra esperienza, tuttavia, ogni definizione ci distoglierebbe dall’interrogazione, facendoci dimenticare che è nella vita e nel linguaggio che essa si dispiega”...

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