L'incantatrice e altri idilli
Troppo a lungo la poesia di Teocrito è stata destinata a meri studi accademici o relegata al genere "bucolico"; la sua produzione lirica mostra invece sorprendenti elementi di novità e una sensibilità moderna, a partire dalla capacità di testimoniare il proprio tempo senza nostalgico ripiegamento sul passato e senza il tentativo di conquistare un privilegio sociale attraverso la lusinga del potere. La sua poesia è vigorosa, lucida, frutto di una sicura padronanza della technè più raffinata: l'instancabile cesellatura del verso, mai dichiarata, conduce a una lingua letterariamente ricercata ma apparentemente semplice, in cui si uniscono l'evocazione di un passato mitico e il tono popolare delle scene cittadine, il registro stilistico alto e quello colloquiale, fusi nell'esametro della tradizione omerica, che diviene strumento flessibile e adatto ad accogliere dorismi e inflessioni dialettali. Non c'è spazio per il descrittivismo e neppure per la ridondanza erudita: la vividezza delle immagini, come quadri dotati di vita propria, traduce l'attenzione realistica per la quotidianità, unita a un'analisi introspettiva sempre accurata.
Momentaneamente non ordinabile