I Ticozzi nella Mestre dell'Ottocento. Una famiglia, una città
Attraverso gli occhi e le parole di Cesare e Napoleone Ticozzi emerge la storia di Mestre nell'ottocento e il suo progressivo farsi città. La veloce fortuna commerciale di Cesare dopo aver aperto una fabbrica di prodotti dolciari, la sua intraprendenza nel lanciare i propri prodotti ben oltre Mestre, l'avventura del fratello Teodoro, gli studi e gli ideali giovanili di Napoleone, la creazione della Scuola di Disegno e la sua costante, attenzione all'istruzione per tutti, l'introduzione della ginnvastica a Mestre grazie alla presenza di Costantino Reyer, l'orizzonte di una nuova crescita urbana per Mestre rappresentata simbolicamente dall'apertura di Viale Garibaldi e l'importanza epocale di divenire nodo ferroviario dell'Italia nord-orientale. Come un fresco fiume sotterraneo, da Cesare a Napoleone, il riferimento agli ideali libertari della rivoluzione francese, testimoniato dallo stesso nome che rimandava al Bonaparte, la vicinanza alle idee di Mazzini e della Giovane Italia, la continua condivisione degli ideali repubblicani e democratici certificata dalle vicende legate alla costruzione della colonna a ricordo della Sortita in Piazza Barche. Quando Cesare arriva a Venezia, nel 1818, Mestre è un paese che vive sostanzialmente del rapporto commerciale con Venezia, quando muore il figlio Napoleone, nel 1905, Mestre è già sulla strada di divenire una città di industrie e servizi.
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