La cittadina dove il tempo si è fermato
"...E allora, mentre svuotavo le cassette con le elemosine per le riparazioni della chiesa, prima presi cinque corone, poi le restituii, ma poi le presi in prestito definitivamente, con la ferma convinzione che le avrei rimesse a posto, dissi anche al Cristo dorato in sagrestia: 'Sull'anima mia e parola d'onore, le prendo solo in prestito...' e le mostrai a Gesù, perché vedesse che non stavo prendendo di più. Io ci parlavo spesso con Cristo, perché con Dio non ne avevo il coraggio, soprattutto da quando il contadino Farda, di cui si diceva che per notti intere litigava e gridava contro Dio e Dio contro di lui, dunque questo contadino trasportava l'ultimo carico di fieno e io stavo proprio tornando da scuola e si avvicinava un temporale, Farda frustava il cavallo per riporre il fieno secco in solaio prima che si mettesse a piovere, allora sotto il ponte cominciarono a cadere dei goccioloni e poi scoppiò un acquazzone e venne giù un diluvio, e il contadino Farda prendeva manciate di fieno bagnato e le lanciava per aria, verso i cieli, e gridava a Dio: 'To', ingozzati!' E Dio rispose con un lampo che spaccò in due il pioppo sull'argine, e i cavalli tremavano e io pure tremavo...". Questo breve episodio è un esempio del ritmo travolgente del romanzo di Hrabal e della sua comicità.