Ecomafia 2022. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia
Nel 2021 sono stati accertati 30.590 reati ambientali, alla media di 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora. Quasi il 44% si è concentrato in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, ossia nelle regioni a tradizionale insediamento mafioso. Il ciclo del cemento guida la "classifica" delle filiere illegali, con 9.490 reati, seguito da quello dei rifiuti e dagli illeciti contro la fauna. E non si parla solo di abusivismo edilizio, ma anche di opere pubbliche. Da Sud a Nord, infatti, le cosche sono saldamente inserite nella filiera illegale degli appalti, avvalendosi degli strumenti della corruzione, dell'intimidazione e del voto di scambio. Nello stesso arco di tempo, i procedimenti penali istruiti dalle procure sulla base della legge 68/2015, norma che ha introdotto gli ecoreati nel Codice Penale, sono stati 878. Il delitto in assoluto più contestato è stato quello di inquinamento ambientale, con 445 procedimenti, anche se il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare, 497, è scattato per l'attività organizzata di traffico illecito di rifiuti. Sono solo alcuni dei numeri che fotografano l'impatto dell'ecomafia e della criminalità ambientale sulle risorse del nostro Paese, la qualità della vita dei cittadini, la crescita di un'economia sana e davvero sostenibile. Una zavorra che rende ancora più difficile la sfida della transizione ecologica e della lotta ai cambiamenti climatici. Una sfida che Legambiente, insieme ai suoi circoli e agli avvocati dei Centri di azione giuridica, conduce dal 1994 e che oggi, più che mani, chiama in campo l'intero Paese.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa