Justine o i guai della virtù
"Dubourg si fece ancor più insolente, incolpando me della sua debolezza... Volle porvi riparo con nuovi oltraggi e insulti sempre più mortificanti; non mi risparmiò nulla, a parole, non ci fu nulla che non tentò, nulla che la sua perfida immaginazione, la durezza del suo carattere e la depravazione dei suoi costumi non lo inducessero a perseguire. La mia ingenua goffaggine lo stizzì: ben lungi dal voler essere parte attiva, purtroppo però subivo, e i miei rimorsi non sono ancora del tutto spenti... Tuttavia non arrivò a nulla e la mia sottomissione cessò di infiammarlo; ebbe un bel passare dalla tenerezza al rigore... dalla schiavitù alla tirannide... dall'aria di decenza agli eccessi della crapula, ci trovammo tutti e due esausti, senza che per fortuna Dubourg riuscisse a recuperare per sferrarmi un attacco davvero pericoloso."
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