Le scogliere di Hansen
Quanto può essere grande il disagio di una persona ammalata nella mente? "Le scogliere di Hansen" può rispondere a questa domanda percorrendo insieme a Lucia la sua vita, fino alla schizofrenia e al ricovero in un ospedale psichiatrico. Il periodo è di poco antecedente la Legge 180 (1978) meglio conosciuta come "Legge Basaglia" dallo psichiatra ispiratore e con la quale si è arrivati al superamento degli ospedali psichiatrici. Nel racconto caos e disordine emergono in tutta la loro forza. La dignità viene calpestata con la stessa facilità in cui si disattendono le necessità dei malati. Lucia, e con lei gli ospiti del manicomio, vivono pressoché in una dimensione parallela, in un mondo dove è più facile per loro, sopravvivere. E dove il tempo ha una dimensione diversa... pare sospeso. E qui Lucia vaga: un regno in cui lei è la regina e Hansen un uomo a cui guardare con amore e con infinito rispetto e dipendenza. La sofferenza nel regno di Hansen è attuttita, a tratti si riesce a respirare addirittua, un'aria di trionfo, di pace, di serenità. Rivivrà il passato, il suo passato di medico, di moglie, di figlia, intrappolata in una condizione mentale perversa, fino a che qualcosa succede. Ma pur se nel racconto a lieto fine, si avverte il gusto amaro della sconfitta. Della medicina. Della società.
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