La sfinge della vite
Chi è Corso Ciuti? Un ragazzo sui trent'anni che da tempo porta sul naso un paio di occhiali dalle spesse lenti, un laureato in entomologia agraria che non esercita la professione, un cameriere che lavora alla sera nella pizzeria dell'amico Ranieri, un fidanzato in perenne conflitto con la bella Mara, insofferente ogni giorno di più nel vederlo perdersi dietro ad ogni fatto inconsueto che turba la quiete di una piccola città di provincia, un tormento per l'agente di polizia Giorgio Lentini, anch'egli suo amico fin dai tempi del liceo. Corso è tutto questo, è un individuo che sceglie di non scegliere, che rifiuta istintivamente tutto ciò che può omologarlo al modo di vivere comune. Corso non è un gabbiano da discarica, perché vuole librarsi alto nel cielo ed osservare il mondo sopra le teste di coloro che troppo spesso si rifugiano nel rassicurante aspetto delle apparenze, che si accontentano di ciò che si mostra ovvio, senza minimamente metterlo in discussione. Seguendo la sua "voce", il suo istinto irrefrenabile, egli combatterà contro chi si ostina a considerare casuali alcuni fatti di cronaca dei quali lui stesso è testimone, in un gioco d'azzardo che metterà più volte a repentaglio la sua incolumità.