La felicità sotto casa
Sigismondi Spina abitava in uno dei caselli ferroviari sopravvissuti alla modernizzazione degli impianti anche nelle tratte secondarie. Modernizzare voleva dire risparmiare. Automatizzando un tronco di linea, meglio la linea intera, si evitava la remunerazione di più persone che avevano data all'Azienda energie ed entusiasmi traendone giusto profitto. Questo valeva per quanti erano censiti, protocollati nei libri-paga, ricevevano il cedolino con le varie voci della mercede mensile, il cui nome accompagnato dalla qualifica figurava nell'Annuario delle FF.SS. cioè delle Ferrovie dello Stato, debitamente raddoppiate le sigle, com'è per le sole persone delle Trinità, per la Vergine, e per qualche Santo ultrapopolare che rende degna di superlativo l'aureola.