Cento sonetti e 50 nuovi sonetti in vernacolo pisano
"I sonetti del Fucini con i suoi strafalcioni madornali verità solenni, scempiaggini grossolane e arguzie finissime, buffonate ignobili, feste clamorose, scene di disperazione bestemmie, oscenità, colpi di coltello e serenate amorose: sono il ritratto del popolo; in tutte le sue ingenuità, le diffidenze, le superstizioni, le astuzie, la cocciutaggine. Fucini con sagacia meravigliosa ne ricostruisce, le sue più sfuggevoli espressioni e situazioni in casa, in piazza, in chiesa, al teatro, in tribunale, nelle tribune del parlamento. Il popolino è sorpreso a sdottorare di politica e di scienza, e a criticar leggi e istituzioni; e fatto parlare con tutti i suoi idiotismi, colle sue storpiature, col suo linguaggio sfrenato, strapazzato e potente. Sono versi stupendi presi belli e fatti sulle labbra del popolo, proverbi incastonati con una maestria ammirabile per il godimento del lettore." (Edmondo De Amicis)
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