Poesia laica. Carducci & Pascoli
Il Carducci che interessa il pensiero laico e democratico del Novecento è quello "giacobino" della stagione delle grandi speranze di rinnovamento, l'anticlericale, il massone contro ogni forma di moderatismo. Non è un caso che un personaggio come Ezio Bartalini, socialista e massone, cultore della poesia di impegno civile, nella sua rievocazione del poeta e dei suoi "rapporti" con Pio IX, nel 1949 accenni alla svolta moderata dopo le elezioni del 1948 e al ruolo dell'"altro Pio", Pio XII, il cui ruolo era stato fondamentale per la vittoria della DC. Pascoli certamente fu positivista, se positivismo è la dottrina, che rifiuta ogni metafisica e pone come tema d'ogni conoscenza scientifica la realtà, spoglia d'ogni pregiudizio. Bastano a farne certi non solo i dati biografici dell'adesione giovanile del Poeta studente al movimento anarchico romagnolo e la successiva documentata partecipazione alla Massoneria con la sua famosa ponderata protesta del 1909 per l'assassinio di Francisco Ferrer. Né varrebbero a sottrargli quel titolo le innumerevoli concessioni al richiamo irrazionale del sentimento, che agì tanto sensibilmente sullo stesso Augusto Comte, fondatore del Positivismo.
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