La miranda fabula dei pii fratres in Aetna 603-645
Nell'Aetna centrale è l'invito a contemplare l'artefice natura guidati dalla ratio, la quale, come già era stato splendidamente detto da Lucrezio, libera l'animo dal terrore della morte, dissolvendo, essa sola e non la luce del giorno o i raggi del sole, le ombre dell'ignoranza e della superstizione. E pervaso l'intero poemetto dell'Appendix Vergiliana da questo 'spirito' lucreziano, dal quale discende l'esortazione, ripetuta, a liberarsi da false credenze e terrori di origine mitologica: soltanto così si potrà scoprire ciò che la natura nasconde nelle profondità della terra, non arretrando con terrore dinanzi ai boati, alle esplosioni e al fuoco incandescente del vulcano. Ammirare l'immensa realtà fisica del monte Etna (ingens opus) e ricercare la verità delle cose (nosse fidem rerum dubiasque exquirere causas) è alto compito dell'uomo e in esso sta la nobiltà intellettuale della sua natura.
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