Il titolo è provocatorio: Conversazioni in lingua neolatrina. Ho voluto subito avvertire il lettore che l’argomento è il degrado della parola. La parola nel suo uso più comune. Meglio, quelle espressioni che pronunciamo compulsivamente: da “un attimino” a “piuttosto che”, da “mi fa morire” a “non me ne può fregare di meno”, da “in qualche modo” a “quant’altro”, ecc. ecc...
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