Monte Morello. Storie, bellezze e la sua gente. Ediz. italiana e inglese
"Da bambino ero un selvaggio. Vivevo a Pisa, in periferia, dove ora c'è la sede della Facoltà di Agraria. Fosse estate o inverno, giravo scalzo nel grande parco della villa. I porcospini, le chiocciole, i ranocchi, i pesci erano i miei amici ed i miei giocattoli preferiti. L'odore dell'Arno, degli alberi e della terra mi vivevano dentro. Che gioia! Tornare in casa era sempre un tormento perché mia madre aveva trasformato una grande stanza in negozio di parrucchiera e gli odori dei cosmetici arrivavano un po' ovunque. Amavo mia madre ma odiavo quella miscela di prodotti chimici che cancellava il profumo della natura e dell'aria pulita. Da grande ho poi vissuto a Prato, a Roma e a Londra, ma sono rimasto ugualmente un selvaggio. Penso di essermi sentito più a mio agio sulle cime dell'Himalaia che in una stanza d'ufficio: un'infelice gabbia dove il fumo delle sigarette e l'odore del chiuso mi riportavano alle sofferenze dell'infanzia. Appena uscito dal lavoro, a seconda delle stagioni, il letto del Bisenzio, la Calvana o il Monte Morello diventavano le mie ancore di salvezza. Fugaci libertà ritrovate. Nelle lunghe giornate d'estate, quando la meta era Monte Morello, il percorso diventava quasi sempre lo stesso. Arrancavo con il mio motorino fino al rifugio Gualdo, poi su per lo sterrato che porta a Poggio Cornacchiaccia..."
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