Marciamo e spariamo
Quarant'anni di storia italiana dalla Sicilia al Piemonte attraverso le vicende di Tommaso e Rosaria; il faticoso tentativo di affrancarsi dalle rispettive famiglie per crearne una loro, non meno disfunzionale di quelle da cui erano partiti. Il tutto attraversando da spettatori un Paese in cui il progresso sembra solo apparente. "Che differenza c'era tra sua madre, anziana meridionale incolta, che le impediva di toccare i prodotti dell'orto nei giorni del ciclo mestruale perché convinta che li avrebbe fatti appassire o comunque li avrebbe irranciditi e il suo collega bibliotecario, piemontese purosangue, giovane e diplomato, che non voleva far vaccinare i propri figli in quanto convinto che quella forma di prevenzione veicolasse l'autismo?". Tra i problemi generati da un marito mai diventato adulto e un figlio i cui disturbi dell'apprendimento hanno reso gli anni scolastici un calvario, da cui è uscito aderendo con entusiasmo a posizioni neofasciste, Rosaria apre gli occhi sulla condizione umana grazie alla compagnia di un burbero e apparentemente cinico anziano frequentatore della biblioteca in cui lavora. "Si illudeva, povero ribelle delle cause perse, di vivere nella prima coniugazione. Ma il mondo è immerso nella terza. È così per tutti: a vent'anni ci illudiamo di marciare e sparare, a settanta ci accorgiamo di marcire e sparire".
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